Contributi

Bonus Natale in busta paga

Bonus a Natale a dicembre in busta paga, non per tutti i lavoratori.

Il datore di lavoro è chiamato dunque non soltanto a gestire, unitamente alla retribuzione di dicembre, l’erogazione di questo nuovo trattamento integrativo una tantum, ma anche a verificare la sussistenza di tutti i requisiti richiesti dalla norma.

In presenza di dubbi rispetto alla spettanza il lavoratore può anche optare per l’esposizione del beneficio direttamente in dichiarazione dei redditi. Vediamo in maniera approfondita quali sono i requisiti e il modulo da compilare e presentare in azienda per richiedere il bonus.

La legge di conversione del decreto Omnibus (art. 2 bis D.L. n. 113/2024, convertito in Legge n. 143/2024) ha introdotto un nuovo trattamento integrativo all’Irpef denominato bonus Natale, di importo pari a 100 euro, che arriverà a fine anno in busta paga per alcuni lavoratori dipendenti.

Il riconoscimento è subordinato alla presentazione di un’apposita richiesta al proprio datore di lavoro, posto che dunque il lavoratore sia in condizione di verificare la sussistenza di tutti i requisiti legittimanti la fruizione del beneficio.

L’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 19 del 10 ottobre 2024, ha fornito le prime istruzioni operative sull’erogazione dell’indennità una tantum prevista dal D.L. n. 113/2024

Possono fare domanda ai lavoratori dipendenti che, con riferimento al periodo d’imposta 2024, sono in possesso di tutti i seguenti requisiti:

  • Reddito Complessivo percepito tra il 1° gennaio 2024 e il 12 gennaio 2025, non superiore a 28.000 euro
  • Coniuge e almeno un figlio a carico oppure almeno un figlio a carico, se sussiste la condizione di genitore solo;
  • Capienza fiscale IRPEF lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente (con esclusione di pensioni e di assegni a esse equiparati), percepiti dal lavoratore, superiore a quello delle detrazioni spettanti; ovvero sussistenza di un’imposta netta da versare

Il reddito complessivo è assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e di quello delle relative pertinenze.

Proprio in virtù del fatto che il reddito da prendere a riferimento è quello percepito nel periodo d’imposta 2024, potrebbe accadere che il lavoratore non abbia la certezza di rispettare la suddetta soglia reddituale: in questo caso è possibile prudenzialmente non richiedere il bonus per poi rimandare la verifica dei requisiti in dichiarazione dei redditi.

L’importo erogato deve essere riproporzionato in base ai giorni di lavoro che hanno dato diritto alla retribuzione, ovvero al periodo lavorato, senza che sia operata alcuna riduzione in presenza di particolari modalità di articolazione dell’orario di lavoro (ad esempio part-time orizzontale, verticale o ciclico).

In presenza di più redditi di lavoro dipendente, nel calcolare il numero dei giorni per i quali spetta il bonus, i giorni compresi in periodi contemporanei devono essere computati una sola volta.

ll datore anticipa l’importo spettante e lo porta in compensazione nel modello F24 ma in qualità di sostituto d’imposta ha l’obbligo, in sede di conguaglio fiscale, di verificare il diritto al beneficio in oggetto e di provvedere, in caso di esito negativo della verifica, al recupero delle relative somme non spettanti al lavoratore.

Il lavoratore dipendente che ha cessato l’attività lavorativa nel corso del 2024 può beneficiare dell’indennità direttamente nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno d’imposta 2024, fermo restando il rispetto dei requisiti sostanziali.

Nella domanda da presentare al datore di lavoro per richiedere il bonus il lavoratore deve attestare di avervi diritto, indicando il codice fiscale del coniuge e dei figli a carico.