Pensione anticipata – Quota 100
Quota 100, la riforma delle pensioni con cui il governo giallo-verde mira a superare la legge Fornero, è ormai legge dopo il via libera definitivo dell’Aula del Senato al decreto 4/2019 giunto mercoledì 27 marzo. Tale decreto contiene anche il reddito di cittadinanza.
Vediamo qui di seguito come funziona Quota 100, quali sono i requisiti, come presentare domanda e tutti gli aggiornamenti in merito alla nuova misura in materia previdenziale.
Per poter andare in pensione anticipatamente con Quota 100 – che è comunque una misura sperimentale che parte il 1° aprile 2019 e rimane in vigore per il triennio 2019-2021 – è necessario avere un’età anagrafica di 62 anni e aver versato i contributi per 38 anni.
Tale anzianità contributiva può essere conseguita, per quanto riguarda gli iscritti a due o più gestioni previdenziali che non stiano già ricevendo la pensione, richiedendo il cumulo dei contributi.
Se si sceglie questa opzione al fine di uscire anticipatamente da lavoro, però, non è possibile cumulare la pensione con altri redditi da lavoro; fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia, quindi, l’unica attività consentita è quella di prestazione occasionale rispettando il limite massimo di 5 mila euro lordi annui.
Per quanto riguarda le tempistiche previste per l’uscita da lavoro anticipata, il provvedimento prevede delle finestre di uscita. Queste variano a seconda che si tratti di dipendenti pubblici o di lavoratori del settore privato. Se questi ultimi attenderanno 3 mesi dal momento della maturazione dei requisiti prima di ricevere il primo assegno pensionistico, per i primi i mesi previsti sono invece 6.
Tale previsione ha l’obiettivo di contenere l’esodo di massa dei lavoratori; per quanto riguarda nello specifico i dipendenti della Pubblica Amministrazione, essi dovranno dare un preavviso di 6 mesi per poter lasciare anticipatamente il lavoro.
Possono quindi andare in pensione con Quota 100 a partire dal 1° aprile 2019 i lavoratori del settore privato che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018. Se questi maturano invece i requisiti il 1° gennaio 2019, allora conseguiranno il diritto alla decorrenza della pensione trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti stessi.
Per quanto riguarda invece i dipendenti pubblici, applicando lo stesso principio se questi maturano i requisiti il 1° di aprile allora conseguiranno il diritto alla pensione dopo 6 mesi; per quanto riguarda nello specifico i dipendenti del settore scolastico, per questi è prevista una finestra di uscita unica il 1° settembre.
Escluse dunque le finestre per i dipendenti della scuola – come anche la finestra del 1° aprile e del 1° agosto, relative ai lavoratori del settore privato e pubblico – le ulteriori finestre dovrebbero essere mobili.
Infine, per tutti i pensionati pubblici – non solo Quota 100 – c’è ora la possibilità di avere subito, a fronte dei 2-3 anni attuali, l’anticipo di fine rapporto fino a 45mila euro.
Quota 100 | Ci sono penalizzazioni sull’assegno?
Una delle prime domande relative a Quota 100 è se il lavoratore, accedendo a questo meccanismo di anticipo pensionistico, va a subire delle penalizzazioni sul proprio assegno.
La risposta è no: dato che le pensioni a partire dal 1 gennaio 1996 vengono calcolate con il metodo contributivo, per il quale l’assegno aumenta in proporzione agli anni di contribuzione versata, ne consegue che se si versano contributi per meno anni allora il montante contributivo risulterà “più basso”.
Quota 100 | Contributi utili
Ai fine del perfezionamento dei requisiti contributivi per accedere a Quota 100 è possibile far valere la contribuzione versata a qualsiasi titolo – obbligatoria, volontaria, da riscatto, figurativa.
Quota 100 | Domanda
Al fine di presentare la domanda per Quota 100 è possibile procedere sia online autonomamente – se in possesso del Pin dell’Inps o di credenziali Spid o CNS – che recandosi in un Caf o in un ente di patronato.